L’educazione dei sensi: un viaggio esperienziale
“Il viaggio deve allinearsi con le più severe forme di ricerca.
Certo ci sono altri modi per fare la conoscenza del mondo.
Ma il viaggiatore è uno schiavo dei propri sensi;
la sua presa su un fatto può essere completa solamente quando è rafforzata dalla prova sensoriale;
egli può conoscere davvero il mondo soltanto quando lo vede, lo sente e lo annusa”
Lord Byron
E se qualcuno ci insegnasse, attraverso delle lezioni strutturate ma semplici, a gestire i nostri sensi nella vita quotidiana?
Proprio come se stessimo per imparare una nuova lingua, una parola alla volta, una frase alla volta, per poi arrivare ad un discorso fluente.. ecco, così ci dovremo approcciare con i sensi ed educarli fin dall’infanzia.
Ci sono stati e ci sono tuttora dei bellissimi progetti che affiancano la didattica scolastica a quella sensoriale.
A volte sono tratti dall’insegnamento di Maria Montessori che metteva (mette) il bambino al centro del mondo, coinvolgendolo nel rispetto delle sue esigenze: in quest’ottica la prima forma di apprendimento si sviluppa attraverso i cinque sensi – il tatto, la vista, l’udito, l’olfatto e il gusto.
Fanno parte di progetti educativi che dalla scuola d’infanzia arrivano fino alla primaria.
E poi?
Io mi soffermo sempre su gusto e olfatto: ho già spiegato in precedenza che il tatto, la vista e l’udito sono sensi sempre attivi.
Olfatto e Gusto sono chiamati sensi chimici, perchè gli stimoli ambientali che li colpiscono sono molecole chimiche: entrano in azione quando percepiscono uno stimolo che ci dovrebbe attrarre o mettere in allarme.
Come li possiamo educare o recuperare in età adulta per farci vivere in pienezza questo meraviglioso viaggio esperienziale sensoriale?